Premio Nobel per la Letteratura Italiana

Premio Nobel per la Letteratura Italiana

A partire dal 1901, anno dell’istituzione del prestigioso premio Nobel, sono stati sei gli scrittori italiani che hanno portato a casa il Premio Nobel per la Letteratura. Cinque uomini e una sola donna la cui attività letteraria ha avuto in impatto dirompente sulla letteratura italiana e mondiale. Vediamo dunque chi sono i letterati italiani premiati con il Nobel.

Giosuè Carducci (1906)

Giosuè Carducci (1835-1907) nacque in Val di Castello, un piccolo paese vicino a Pisa. Fu presto attratto dagli autori greci e romani, ma non trascurò i classici italiani, come Dante, Tasso e Alfieri. All’età di vent’anni si laurea in lettere e filosofia presso l’Università di Pisa. Dopo aver insegnato in diversi licei, ottenne la cattedra di Letteratura italiana presso l’Università di Bologna, incarico che mantenne fino al suo ritiro nel 1904.

Ispirato sia dal suo tempo che dallo studio dei poeti classici e italiani, Carducci iniziò a scrivere poesie sin da bambino. Avendo manifestato una personalità colta e dinamica in tutte le sue imprese, si pone come la più grande figura letteraria italiana dell’ultima parte del XIX secolo.

Nel 1906 il ministro svedese gli consegnò il Nobel con questa motivazione: “Non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all’energia creativa, alla purezza dello stile e alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica”.

Grazia Deledda (1926)

La scrittrice sarda (1875-1936) ha all’attivo una vasta raccolta di romanzi, racconti, articoli, rappresentazioni teatrali e poesie. Il suo primo romanzo, Fior de Sardegna, fu pubblicato nel 1892, seguita da Elias Portolu nel 1903, che la consacrò a livello internazionale e le diede un ampio seguito.

L’infanzia di Grazia Deledda è stata plasmata da antiche tradizioni con profonde radici storiche e le sorti infelici dei suoi familiari le hanno trasmesso una forte fede nel destino. Temi come forze incontrollabili, dilemmi morali, passione e debolezza umana ricorrono nelle sue storie.

Più volte fu candidata al Nobel, ma lo vinse solo nel 1926 “per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano”.

Luigi Pirandello (1934)

L’opera di Luigi Pirandello (1867-1936) è impressionante anche dal punto di vista quantitativo. Scrisse un gran numero di novelle che furono raccolte sotto il titolo Novelle per un anno.

Dei suoi sei romanzi i più noti sono Il fu Mattia Pascal, I vecchi e i giovani, Si gira, e Uno, nessuno e centomila. Ma il più grande successo di Pirandello è nelle sue commedie, che hanno spianato la strada al teatro dell’assurdo negli anni ’50. Le opere di Pirandello esplorano la psicologia, i problemi dell’Io e dell’identità.

Oggi il suo dramma sperimentale, Sei personaggi in cerca d’autore, è ampiamente letto e messo in scena. Il Nobel del 1934 lo premiò per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale.

Salvatore Quasimodo (1959)

Salvatore Quasimodo (1901-1968) è nato da genitori siciliani a Modica, vicino Siracusa. Desideroso di diventare ingegnere, frequentò gli istituti tecnici a Palermo e successivamente si iscrisse al Politecnico di Roma.

Tuttavia, la mancanza di finanze, lo costrinse ad abbandonare ben presto gli studi. Parallelamente, iniziò a coltivare la passione per la letteratura. La sua prima raccolta di poesie, Acque e terre, fu pubblicata nel 1930 e, a partire dal 1938, si dedicò interamente alla scrittura. Fu uno schietto antifascista durante la seconda guerra mondiale e nel 1945 si iscrisse al Partito Comunista Italiano.

Nel 1959 ricevette il Nobel per la letteratura “Per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.

Eugenio Montale (1975)

Eugenio Montale, classe 1896, è uno dei pochi evidenti “veri maestri” degli ultimi cinquant’anni della letteratura italiana. Quando iniziò a dedicarsi alla poesia, era già in possesso di una cultura ricca e versatile e di una conoscenza musicale ricercata, e di un gusto per la pittura impressionista e l’arte dei grandi romanzieri dell’Ottocento europeo.

Nel 1925 Eugenio Montale pubblica la sua prima raccolta di poesie, Ossi di seppia , che diventa subito uno dei classici della poesia italiana contemporanea. La sua raccolta di poesie scritte nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, Finisterre (1943), è stata contrabbandata in Svizzera e stampata lì. Fu solo nel dopoguerra che il poeta si dedicò completamente alle attività creative e alla letteratura.

Anche la commissione del Nobel riconobbe, nel 1975, la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni.

Dario Fo (1997)

Dario Fo è nato a Sangiano, in Italia, vicino al Lago Maggiore. Da giovane si formò come architetto, partecipando sempre attivamente al teatro amatoriale. Ha debuttato come attore nel 1952 e negli anni ’60 e ’70 è stato attivo in vari gruppi teatrali. Fo non si è distinto solo come drammaturgo, ma anche come regista, scenografo e costumista, e talvolta compositore per le sue commedie.

Con la commedia Mistero Buffo (1969), si è affermato con la sua satira politica e sociale. È stato il primo attore al mondo a ricevere il prestigioso riconoscimento nel 1997, perché “seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.

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