Ogni anno il Premio Nobel dà visibilità alle menti più fervide, innovative e rivoluzionarie per il progresso, tali da aver dato un contributo inestimabile all’umanità.
Tra i tanti nomi premiati nelle diverse categorie, non mancano i riconoscimenti per i pensatori italiani. Nel 2021 il Nobel per la fisica è toccato a il sesto vincitore italiano del Nobel per la Fisica e pioniere della ricerca.
Nobel 2021: l’apporto di Parisi alla fisica
Parisi ha diviso il premio con i ricercatori Syukuro Manabe e a Klaus Hasselmann, che hanno avuto il riconoscimento per le loro ricerche su modelli climatici e il riscaldamento globale.
Il fisico teorico romano, di 73 anni, “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici, dalla scala atomica a quella planetaria”.
A partire dagli anni Ottanta, Parisi ha avviato una serie di studi diventati fondamentali nello studio della teoria dei sistemi complessi. Su tutti, fu lui a scoprire i modelli nascosti in materiali complessi disordinati, la cui teoria ha permesso di capire e descrivere materiali e fenomeni diversi e, apparentemente, del tutto casuali.
Alla luce del surriscaldamento globale, le sue scoperte hanno dimostrato che i cambiamenti climatici hanno solide basi scientifiche.
Giorgio Parisi è particolarmente noto per il suo lavoro sui vetri di spin e sui relativi modelli di meccanica statistica originati dalla teoria dell’ottimizzazione e dalla biologia. In particolare, ha dato contributi significativi in termini di applicazioni sistematiche del metodo di replica a sistemi disordinati, anche se il metodo di replica stesso è stato originariamente scoperto nel 1971 da Sir Sam Edwards.
Chi è Giorgio Parisi?
Giorgio Parisi si è laureato all’Università di Roma La Sapienza nel 1970 sotto la supervisione di Nicola Cabibbo.
È stato ricercatore presso i Laboratori Nazionali di Frascati (1971-1981) e visiting scientist presso la Columbia University (1973-1974), l’Institut des Hautes Études Scientifiques (1976-1977) e l’École Normale Supérieure (1977-1978).
Dal 1981 al 1992 è stato professore ordinario di Fisica Teorica presso l’ Università di Roma Tor Vergata ed è ora professore di Teorie Quantistiche presso l’Università La Sapienza di Roma. Dal 2018 al 2021 è stato presidente dell’Accademia dei Lincei.
Molti premi hanno coronato la sua prolifica carriera. Tra i tanti la Medaglia Boltzmann, nel 1992, per i suoi contributi fondamentali alla fisica statistica, e in particolare per la sua soluzione della teoria del campo medio dei vetri di spin; il premio Enrico Fermi nel 2002 per i suoi contributi alla teoria dei campi e alla meccanica statistica, e in particolare per i suoi risultati fondamentali riguardanti le proprietà statistiche dei sistemi disordinati, come anche il premio Dannie Heineman per la fisica matematica nel 2005.